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FAQ

Pellet di abete e faggio a Como

Che cos'è il pellet?

I pellets sono dei granelli composti da segatura di legno pressata in appositi macchinari, ad alte pressioni la segatura si compatta grazie alla lignina in essa presente, l'umidità ottimale per una buona pressatura del materiale è inorno al 6-8%.

Per la produzione dei pellets vengono utilizzati gli scarti scortecciati (quali segatura, truciolame, cippato .....)  derivanti dalle lavorazioni primarie come la produzione di tavolame per l'edilizia, perline, casette in legno, pali in legno, sedie ecc...

Il pellet è un combustibile solido che fa parte delle biomasse legnose ed è ritenuto rinnovabile e non inquinante in quanto durante la combustione emette CO2 pari a quella che la pianta ha assorbito durante il suo ciclo vitale.

Qual'è il pellet migliore?

Il pellet migliore è quello certificato EN PLUS o DIN PLUS, queste normative regolano tutto il processo produttivo dalla segatura al sacchetto su bancale, garantendo al consumatore un controllo costante sui processi produttivi

Cos'è la certificazione EN PLUS?

La certificazione EN PLUS nasce dall'esigenza di garantire al consumatore finale un controllo qualità costante su tutta la filiera produttiva e di creare uno standard di qualità a livello europeo.

La certificazione fa riferimento alla normativa ISO 17225-2 recentemente resa più stringente rigurdo all'esposizioni dei parametri tecnici sui sacchietti dei pellet.

La EN PLUS viene suddivisa in tre categorie:

EN PLUS A1: è lo standard di qualità più alto è necessario avere un potere calorico superiore a 4,6 kwh e un residuo di ceneri inferiore a 0,7% 

EN PLUS A2: è lo standard nel quale rientrano spesso i legni più duri come il faggio, è necessario avere un potere calorifico superiore a 4,6 kwh e un residuo di cenre compreso tra 0,7 a 1,2%

EN PLUS B: è utilizzato per pellet industriali on adatti alla combustione domestica.

Come riconosco un pellet certificato?

è molto importante saper riconoscere un pellet certificato da un pellet senza alcuna certificazione, il marchio della certificazione deve sempre essere sempre esposto per normativa sul sacchetto con scritto EN PLUS A1 oppure A2 e sotto vi deve essere il numero di registrazione con le iniziali dello stato di produzione e il numero seriale del produttore comein figura

Codice identificativo EN PLUS A1

Diffidate sempre da pellet che vengono spacciati per certificati ma non hanno il marchio con l'identificativo specificato sotto. 

Apporre il marchio EN PLUS senza avere superato i test, la procedura di certificazione e l'autorizzazione all'esposizione del logo è una violazione della normativa ed è sanzionabile a norma di legge.

è meglio il pellet scuro o quello chiaro?

Non vi è una risposta valida al 100%, il colore non è influente sulla qualità del pellet in quanto essa è data invece dalla certificazione che ha ottenuto, inoltre siamo del parere che ogni impianto necessita di provare vari tipi di pellet per trovare quello che meglio gli si addice, dalla nostra esperienza non siamo riusciti a dare una risposta univoca alla domanda in questione.

ho comprato lo stesso pellet ma la seconda fornitura aveva un colore diverso, perchè?

La colorazione può dipendere da vari fattori come per esempio il tasso di umidità nel luogo di stoccaggio della segatura oppure una permanenza superiore in un essiccatoio per asciugare e portare il materiale al giusto contenuto idricoe  in altri casi lo stoccaggio prolungato della materia prima in condizioni meteo avverse, tutte queste situazioni portano ad un cambiamento di colore finale del pellet che può diventare più scuro del normale.

La qualità comunque rimane invariata in quanto il legname utilizzato è sempre lo stesso

Perchè il prezzo varia spesso da una stagione all'altra?

Il pellet è un combustibile al pari di gasolio, metano e GPL ed è quindi soggetto a fluttuazione del mercato. 

il costo del pellet è mediamente composto come segue:

 il 54% del prezzo pagato è dovuto ai costi di materia e produzione ed essi dipendono dalla disponibilità di materiale sul mercato, se si presenta un inverno particolarmente rigido con alti consumi e bassi tagli forestali il pellet com'è logico sale seguendo il costo della materia prima.

il 20% del prezzo è dovuto al costo di trasporto dalla fabbrica produttrice al punto di rivendita, esso può variare in base alla disponibilità di mezzi in grado di fare le varie tratte richieste ed è inoltre soggetta alla variazione dei costi del gasolio.

il 18% del totale del prezzo è dovuto a un carico fiscale chiamato IVA (passata dal 10 al 22% nel 2015), essa è determinata dalllo stato italiano e ha un peso notevole sul prezzo finale (pesa per il 18% sul totale in quanto il 22% è aggiunto sulla base imponibile) è un costo che è riscosso dal rivenditore e versato allo stato.

il restante 8% è il costo medio della distribuzione locale del pellet, è poco soggetto a variazioni se non per i costi del gasolio o della gestione del magazzino.

Perchè nell'ultimo anno i parametri del pellet sono cambiati?

Con l'entrata in vigore della normativa ISO 17225-2 vi sono stati dei cambiamenti importanti nei controlli sui produttori certificati EN PLUS che hanno anche portato a declassamenti e sospensioni delle certificazioni.

Con la nuova normativa il potere calorifico non vien più calcolato su base secca (0% umidità) ma viene calcolato inserendo il contenuto idrico del pellet. Ovviamente il potere calorifico risultante è inferiore rispetto al vecchio sistema di calcolo in quanto il contenuto idrico influisce negativamente sulla combustione ma allo stesso tempo è indispensabile per evitare lo sfaldamento dei granelli dopo la produzione.

Oltre alla variazione dei calcoli del potere calorifico è cambiato anche il sistema di esposizione sul sacchetto dei parametri del pellet, con la nuova normativa per poter esporre i propri parametri è necessario un continuo controllo della produzione tramite analisi di laboratori specializzati, questo incrementa i costi per mantenere la qualità invariata.

Molti produttori per non sostenere ulteriori costi che andrebbero poi ribaltati sul prodotto finale preferiscono esporre sul sacchetto i parametri che la EN PLUS impone per poter essere certificati che non sono i valori reali del pellet ma solo quelli minimi o massimi consentiti, per esempio:

IL POTERE CALORICO MINIMO NECESSARIO PER LA CERTIFICAZIONE EN PLUS A1 è 4,6 KWh E IL RESIDUO DI CENERI MASSIMO CONSENTITO è 0,7%, sul sacchetto io potrò esporre il valore minimo di potenza calorica per la EN PLUS A1 (>4,6kwh) e il valore massimo di ceneri consentito dalla certificazione (<0,7%).

è sottointeso che ovviamente il pellet avendo superato i test di qualità richiesti dalla normativa ha valori migliori dei minimi richiesti dall'ente, i parametri reali possono essere richiesti al rivenditore o al produttore.

 

Si sente spesso in giro che i pellet Austriaci sono i migliori, è vero?

Possiamo affermare che la qualità austriaca è una delle migliori in europa tanto che quando si parla di pellet si distingue tra un pellet di abete non prodotto in Austria e il famoso pellet di ABETE AUSTRIACO.

Questa distinzione è dovuta al fatto che i produttori Austriaci si sono imposti da soli standard di qualità elevatissimi ancora prima dell'entrata in vigore delle normative Europee EN PLUS e successivamente sono stati tra i primi ad ottenere la nuova certificazione, inoltre la segatura utilizzata è scelta accuratamente dai produttori rendendo il combustibile derivante molto chiaro, con un potere calorifico elevato e un residuo di ceneri spesso bassissimo.

Tuttavia per ottenere una qualità così elevata e costante i costi sono alti ed il pellet Austriaco è anche il più caro sul mercato in termini di prezzo al sacchetto, anche se comunemente si ritiene che non valga la pena spedere certe cifre per l'acquisto di pellet noi siamo del parere che spendere meno non sia obbligatoriamente simbolo di risparmio.

 

è meglio pellet di faggio o pellet di abete?

A tal proposito il dibattito è acceso e le opinioni contrastanti, non vi è una risposta precisa a questa domanda, possiamo più che altro dire che il pellet di abete rappresenta il 70% del mercato in europa mentre il faggio il 30%, questa disparità però non è dovuta alla richiesta specifica del cliente finale ma alla disponibilitò di legname sul mercato e alle lavorazioni primarie, l'abete è molto presente come legno nel centro, nord ed est Europa, è utilizzato principalmente nell'edilizia che ha trainato l'europa nel dopoguerra. 

Il faggio invece è presente soprattutto nel sud europa e nei bancani, esso viene utilizzato per la produzione di sedie, doghe dei materassi e per oggetti che richiedono una certa solidità pur essendo di dimensioni contenute oppure come legna da ardere, ne dervano produzioni più contenute.

Sulla qualità ci limitiamo a dire che i legni appartengono a due famiglie completamente diverse con caratteristiche differenti, questo implica che i parametri finali del pellet sono differenti soprattutto in termini di ceneri (più alte quelle del faggio rispetto all'abete) e potenza calorica (simile ma maggiore per i pellet di faggio).

Lasciamo a questa domanda il parere all'utilizzatore finale che sceglie il prodotto da utilizzare dopo aver effettuato tutte le prove necessarie.

 

In Italia ci sono produttori di pellet?

Come tutti gli altri paesi d'Europa anche in Italia ci sono produttori di pellet, ma la produzione non è assolutamente sufficiente a soddisfare il fabbisogno Italiano di pellet, in Italia si consumano 3.500.000 di tonnellate di pellet e la produzione nei confini nazionali arriva intorno al 25% del fabbisogno, ne deriva che il restante 75% deve essere importato.

Dal 2008 a causa della crisi economica che ha portato un crollo del settore edilizio, molte segherie e mobilifici hanno chiuso lasciando il mercato privo di scarti e segatura che andavano ad alimentare il settore del pellet.

Inoltre gli alti costi energetici, gestionali accompagnati da un apparato burocratico lento e complicato scoraggiano ogni possibile investitore che sia attratto dal settore, costringendolo a optare per nazioni in cui vi è più convegnenza.

La produzione presente in italia è soprattutto di pellet di faggio o misto con un costo molto spesso uguale o superiore a quello importato da altri paesi pur essendo logisticamente molto più vicino (300-400 km contro 1000-1800 km dei paesi dell'est Europa).

 

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